Skip to main content

Nuovo Patent Box: le novità per il 2022

Il nuovo Patent Box è l’evoluzione di quello approvato nel Decreto Fiscale del Consiglio dei ministri del passato 15 di ottobre 2021 e, in precedenza, nella Legge di Bilancio per l’anno 2015 (Legge 23 dicembre 2014 n. 190).

Si tratta di un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi originati dallo sfruttamento dei beni di tipo immateriale giuridicamente tutelabili.

 

L’evoluzione del Patent Box dal 2014 al 2021

Nella sua versione originaria, il Patent Box prevedeva la deroga dalla base imponibile della metà dei redditi provenienti dall’uso, anche congiunto, di software protetti da copyright, brevetti, disegni, modelli, processi, formule e informazioni. Questi dovevano riguardare esperienze assimilate nel campo industriale, commerciale o scientifico, ed essere tutelabili giuridicamente.

Inoltre, in principio, questa deduzione era ammissibile anche per i redditi provenienti dalla cessione dei beni immateriali, nel caso in cui il 90% del ricavato venisse impiegato, nei termini previsti, per il mantenimento o il potenziamento di altri beni immateriali.

Le modifiche introdotte nel 2021, che avevamo analizzato in questo articolo sul nuovo patent box, avevano esteso questi benefici, arrivando a prevedere una maggiorazione del 90% dei costi per le attività di R&S concernenti beni immateriali.

Questa estensione riguardava anche le attività realizzate in collaborazione con altre società, università, enti di ricerca e altri organismi equiparabili.

Prevedendo un diretto collegamento con le spese di R&S per gli asset di proprietà intellettuale, l’obiettivo dell’estensione era offrire un supporto fiscale reale alle imprese con redditività da proprietà intellettuale in negativo o limitata, in precedenza escluse.

Tra queste, le start-up.

La disciplina del nuovo Patent Box per il 2022 si rinnova ulteriormente, prevedendo sostanziali novità.

Come sempre, Flamme Innovation Advisory mette a disposizione delle aziende italiane interessate a usufruire del nuovo Patent Box la sua vasta conoscenza delle dinamiche finanziarie, delle regole di accesso e della gestione delle agevolazioni.

 

Il nuovo Patent Box: le novità per il 2022

Le principali novità previste per il 2022 per l’agevolazione nota come nuovo Patent Box riguardano l’entità dell’agevolazione, la sua cumulabilità e la relativa documentazione.

In particolare, per quanto concerne l’entità dell’agevolazione, il nuovo Patent Box prevede un cambio di regime.

Questo passa dall’essere un’agevolazione da calcolare sui redditi acquisiti mediante lo sfruttamento di beni immateriali a una connessa in modo diretto alle spese sostenute per far fronte ai costi di sviluppo e mantenimento di beni oggetto di brevetti industriali, software, design e/o altri beni immateriali giuridicamente tutelati o tutelabili.

La deducibilità, inoltre, viene alzata dal 50% al 110%, e tale maggiorazione può essere utilizzata per le spese sostenute negli otto periodi d’imposta precedenti a quello nel quale l’immobilizzazione immateriale consegue il titolo di privativa industriale.

Per quanto riguarda la cumulabilità, questa è possibile con il credito di imposta per attività di R&D – ovvero di ricerca e sviluppo.

Questo è possibile per il nuovo Patent Box con crediti relativi alle attività previste dai commi da 198 a 2016 dell’articolo 1 della legge n. 160/2019.

Per finire, la normativa riguardante il nuovo Patent Box istituisce anche la creazione di un set documentale in cui riportare tutte le informazioni imprescindibili per la determinazione dell’agevolazione.

Questo set sarà a disposizione dei contribuenti ed è stato pensato per scongiurare possibili sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate in caso di rettifiche connesse a una maggiorazione d’imposta.

Il possesso della documentazione dovrà essere notificato all’Amministrazione finanziaria nella dichiarazione relativa al periodo di imposta per il quale si usufruisce delle agevolazione previste nel nuovo Patent Box.

 

Il nuovo Patent Box, ancora in fase progettuale

Nonostante le novità introdotte nella disciplina per il 2022, il nuovo Patent Box non è ancora attuativo.

Infatti, le imprese italiane interessate ad avvalersene dovranno aspettare l’emanazione concertata di un decreto ministeriale attuativo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Economia.

Non solo: la piena operatività della normativa è anche connessa all’emissione di due provvedimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Questi dovranno definire le modalità di esercizio dell’opzione quinquennale, che acconsente l’accesso al regime del nuovo Patent Box, così come le caratteristiche della documentazione atta a evitare eventuali sanzioni, le sue modalità di custodia e di consegna.

 

Per concludere

La disciplina del nuovo Patent Box prevede una nuova e maggiore estensione dei benefici previsti da questo regime opzionale di tassazione agevolata, ampliando ancora di più le facilitazioni introdotte nel 2021 dal Decreto Fiscale del Consiglio dei ministri del 15 di ottobre 2021 e, prima, dalla Legge del 23 dicembre 2014 n. 190.

Se, nel 2021, il Consiglio dei ministri era arrivato a prevedere una maggiorazione del 90% dei costi per le attività di R&S concernenti beni immateriali, anche collaborative, per offrire un supporto fiscale anche a imprese in precedenza escluse, nel 2022 questo supporto si estende ancora di più.

La normativa del nuovo Patent Box per il 2022 prevede, per prima cosa, un cambio di regime.

L’agevolazione si trasforma, venendo direttamente collegata alle spese sostenute per i costi di sviluppo e mantenimento di beni oggetto di brevetti industriali, software, design o altri beni immateriali tutelati o tutelabili giuridicamente.

La riforma del nuovo Patent Box prevede anche la creazione di un set documentale per evitare eventuali sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate in caso di rettifiche, la deducibilità, che passa dal 50% al 110% sulle spese sostenute fino a otto periodi d’imposta, e la cumulabilità con il credito di imposta per attività di R&D previste dall’art.1, comma 198-2016, della legge n. 160/2019.

Attualmente, non sono ancora stati emessi i decreti ministeriali attuativi e i provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate, ma non ci sono dubbi: il nuovo Patent Box comporterà un risparmio fiscale significativo per le imprese italiane, soprattutto per quelle ad alto valore tecnologico!