PNRR, il piano per stimolare la competitività attraverso la digitalizzazione delle imprese
Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la digitalizzazione delle imprese ritorna un tema centrale nella politica nazionale.
Sviluppato non solo per reagire alla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, ma anche per scuotere il tessuto economico del paese dopo decenni di immobilismo, il PNRR punta (anche) a stimolare la digitalizzazione delle imprese italiane.
Il Piano si sviluppa infatti in due punti, chiamati missioni:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
- Rivoluzione verde e transizione ecologica
Flamme Innovation Advisory offre quindi un supporto concreto alle imprese per comprendere e approfittare delle opportunità del PNRR.
La prima missione del PNRR: Digitalizzazione delle imprese, così come innovazione, competitività, cultura e turismo
La prima parte del PNRR punta non solo alla digitalizzazione delle imprese, ma anche al sostegno dell’innovazione, della competitività, dello sviluppo culturale e di quello turistico.
Con uno stanziamento complessivo di quasi 50 miliardi di euro, questa missione si articola in tre differenti parti.
Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA
La Pubblica Amministrazione vedrà l’iniezione di ben 11,15 miliardi di euro per il sostegno di politiche di modernizzazione.
In particolare, il Piano punta a sostenere lo sviluppo di una infrastruttura digitale basata sul cloud, sull’interoperabilità tra enti, sulla semplificazione delle procedure e della burocrazia. Il tutto con un occhio di riguardo alla cybersecurity, ovvero alla sicurezza informatica, e al perfezionamento delle competenze digitali del capitale umano.
Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo
La maggior parte dei fondi previsti per la prima missione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è destinata a sostenere la digitalizzazione delle imprese.
Quasi 31 miliardi di euro verranno distribuiti in interventi trasversali ai differenti settori economici, con focus sulla Transizione 4.0, sulla ricerca e sviluppo e sull’avviamento della riforma del sistema di proprietà industriale.
Oltre a questa riforma, questa parte è pensata per dar vita a investimenti in 5 settori differenti, che sono:
- Transizione 4.0
Il Piano Transizione 4.0 rappresenta l’evoluzione del previo programma Industria 4.0, introdotto nel 2017. Rispetto a questo, il PNRR vede un ampliamento dell’ambito di imprese potenzialmente beneficiarie, grazie alla sostituzione dell’iper-ammortamento con opportuni crediti fiscali. Inoltre, prevede il riconoscimento del credito non più su un orizzonte annuale, ma biennale e, per finire, l’incremento degli investimenti immateriali agevolabili e delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati. In particolare, la misura riconosce tre tipi di crediti di imposta alle imprese che investono in beni capitali, in ricerca, sviluppo e innovazione o in attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.
- Investimenti ad alto contenuto tecnologico
Sempre con l’idea di sostenere la digitalizzazione delle imprese, la prima missione del PNRR concederà contributi per sostenere gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica. Questa misura, complementare alle misure Transizione 4.0, prevede un ammontare dei contributi pari al 40% del totale delle spese concesse.
- Reti ultraveloci – banda ultra-larga e 5G
In linea con la strategia europea Digital Compass, il PNRR ha stabilito misure, nella sua prima missione, per garantire alla popolazione residente sul territorio nazionale una connettività pari a 1 Gbps e la piena copertura 5G delle aree popolate entro il 2026. Con il Piano “Italia a 1 Giga” si punta a connettere circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti oggi localizzate nelle aree grigie e nere NGA . Inoltre, questa sezione della missione 1 per la digitalizzazione non punta solo alle imprese, ma anche a connettere i 9.000 edifici scolastici rimanenti.
Per finire, vengono considerate anche le 18 isole minori tramite backhauling sottomarino in fibra ottica e lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G nelle aree mobili a fallimento di mercato.
Gli interventi previsti sono complementari rispetto alle concessioni già approvate in passato, e permettono di avviare investimenti aggiuntivi da parte degli operatori privati.
- Tecnologie satellitari ed economia spaziale
Il quarto punto della missione 1 del PNRR mira a rafforzare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio e a irrobustire le competenze del nostro paese nella space economy. Questo punto, in linea con l’obiettivo di sostenere la digitalizzazione delle imprese, prevede differenti linee di attuazione: SatCom, Osservazione della Terra, Space Factory, Accesso allo Spazio, In-Orbit Economy, Downstream.
- Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione
Questa particolare misura prevista dalla missione 1 del PNRR si suddivide nel
- Rifinanziamento e ridefinizione del Fondo 394/81 gestito da SIMEST, con l’obiettivo di sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, agendo sui servizi offerti dal Fondo gestito da SIMEST per contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri.
- Sostegno alla competitività e resilienza delle filiere produttive, per dotare di un supporto finanziario gli investimenti mediante lo strumento dei Contratti di Sviluppo, operativo dal 2012.
- Riforma del sistema della proprietà industriale
Come anticipato, questa parte della missione 1 prevede il sostegno alla riforma del sistema della proprietà industriale, al fine di assicurare un vantaggio competitivo e di supportare la digitalizzazione delle imprese, l’innovazione e incentivare l’investimento nel futuro.
Turismo e cultura 4.0
Per finire, la prima missione del PNRR prevede lo stanziamento di più di 8 miliardi di euro per rilanciare i settori economici della cultura e del turismo.
Questo avverrà mediante rigenerazione del patrimonio culturale e artistico, il potenziamento della capacità attrattiva, della sicurezza e dell’accessibilità dei siti. Questa parte sarà dedicata non solo ai beni culturali e ai siti storici di maggior interesse turistico, ma anche (e soprattutto) a quelli minori, come i borghi. Inoltre, è prevista anche la riqualificazione delle periferie urbane e la promozione di attività e azioni basate su sostenibilità, digitalizzazione e competenze distintive.
Sul fronte del turismo, tramite la generazione di un fondo ad hoc il Piano punta ad incentivare i processi di upskilling e reskilling degli operatori culturali, anche dal punto di vista della digitalizzazione delle imprese e della creatività, oltre che dell’ecologia.
Questo punto del Piano si propone di:
- Creare un patrimonio digitale della cultura al servizio delle nuove generazioni e migliorare l’accessibilità dei luoghi del sapere e la loro sostenibilità ambientale.
- Rigenerare siti culturali e patrimoni culturali, religiosi e rurali minori, al fine di sostenere lo sviluppo turistico/culturale nelle aree rurali e periferiche.
- Dare impulso all’industria culturale e creativa 4.0, con investimenti nel settore cinematografico e audiovisivo, formazione degli operatori dell’industria culturale e creativa, con focus sulla sostenibilità ambientale.
- Stimolare il turismo 4.0, mediante la digitalizzazione delle imprese del settore e al miglioramento delle strutture turistico-ricettive e dei servizi turistici, per esempio.
La prima missione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riporta al centro del discorso politico la digitalizzazione delle imprese, ma non si limita a questo. Grazie al sostegno alla cultura, allo sviluppo green e ad attività di alto valore tecnologico, cerca di riposizionare il nostro paese come un punto di riferimento in Europa e nel mondo, con investimenti che non si vedevano da decenni.