Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali: le novità per il 2023
Le novità introdotte dall’ultima Legge di Bilancio in materia di credito d’imposta per investimenti in beni strumentali per il 2023 sono molte.
La misura mira a supportare e incentivare le imprese che scelgono di investire in beni strumentali nuovi, tanto materiali quanto immateriali, capaci di sostenere la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi nelle imprese situate su tutto il territorio italiano.
Le estensioni previste nella Legge di Bilancio 2023
Per il 2023, vengono estesi i termini della disciplina riconosciuta dall’articolo 1, comma 1057, della Legge di Bilancio 2021.
Secondo quanto stabilito dall’articolo 1, comma 423, della Legge di Bilancio 2023, infatti, si estende al 30 settembre 2023 l’orizzonte temporale della disciplina del Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali.
Nell’estensione originaria, il relativo ordine doveva venir accettato dal venditore e pagato un 20% del costo di acquisizione in acconto entro il 30 giugno 2023.
Oggi, invece, questo termine è stato esteso al 30 settembre 2023, senza dimezzamento delle aliquote come originariamente previsto in assenza della proroga per il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali per il 2023.
Tale proroga è da considerarsi di carattere eccezionale. Occorre poi sottolineare che non è stata prevista nessuna estensione per la consegna dei beni 4.0 immateriali, né per i beni ordinari (siano essi materiali o immateriali).
Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali per il 2023: la situazione attuale
Grazie alla parziale proroga dei termini previsti e alla proliferazione di modifiche normative per il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali per il 2023, oggi il quadro degli incentivi risulta particolarmente composito.
In particolare, al momento la situazione per i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232 – ex Iper ammortamento,) è la seguente.
Per il 2021 era previsto un credito massimo del 50% del costo per la quota di investimenti fino a €2,5 milioni di euro, che si riduceva al 30% e al 10% per investimenti tra €2,5 e €10 milioni e tra €10 e €20 milioni di euro. Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2022, con il 31 dicembre 2021 come limite massimo per la conferma dell’ordine e il pagamento dell’acconto.
Nel 2022, invece, si riduce la percentuale di credito, che diventa del 40%, 20% o 10% del costo per la quota di investimenti per i medesimi valori e con limite per l’accettazione dell’ordine e il pagamento del 20% dell’acconto al 31 dicembre 2022.
Dal 2023 al 2025, la percentuale si riduce ancora, arrivando a un massimo del:
- 20% del costo per la quota di investimenti fino a €2,5 milioni;
- 10% del costo per la quota di investimenti compresi tra i €2,5 e i €10 milioni;
- 5% per investimenti che rientrano tra €10 e €20 milioni, o fino a €50 milioni degli investimenti inclusi nel PNRR che mirano alla realizzazione di obiettivi di transizione individuati con decreto del MISE, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il MEF.
Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno 2026, con data limite per accettazione e pagamento dell’acconto fissata al 31 dicembre 2025.
Le novità in materia di credito d’imposta per investimenti in beni strumentali per il 2023 non finiscono qui.
Assistiamo anche a una riduzione delle percentuali per quanto riguarda i beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di trasformazione 4.0 (allegato B, legge 11 dicembre 2016, n. 232, come integrato dall’articolo 1, comma 32, della legge 27 dicembre 2017, n. 205. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza).
Questa passa dal 50% del 2022 al 10% previsto per il 2025.
In questo caso, inoltre, il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno dell’anno successivo, con limite per l’accettazione dell’ordine e il pagamento dell’acconto al 31 dicembre dell’anno in corso.
Altre novità in materia di credito d’imposta per investimenti in beni strumentali per il 2023
Non è previsto un credito d’imposta per investimenti in altri beni strumentali (ex Super Ammortamento) diversi da quelli definiti dall’allegato A per il 2023.
Inoltre, è stato eliminato il credito previsto fino al 2022 per gli altri beni strumentali immateriali diversi da quelli ricompresi nell’allegato B.
In entrambi i casi, in relazione al periodo d’imposta 2021, il termine del 30 giugno è posticipato al 31 dicembre.
L’accesso al credito d’imposta e le possibili modifiche future
Per accedere ai benefici è necessario produrre una perizia tecnica asseverata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali.
In alternativa, è possibile fornire un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni:
- vantano caratteristiche tecniche tali da poter essere inclusi negli elenchi di cui ai già citati allegati A e/o B;
- sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.
Una dichiarazione resa dal legale rappresentante è sufficiente per i beni di costo unitario di acquisizione non superiore a €300.000.
Nonostante le nuove disposizioni, che riducono l’impatto delle misure, la situazione potrebbe cambiare.
Come annunciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il Governo presenterà nei prossimi mesi un nuovo disegno di legge con l’obiettivo di riformare il sistema degli incentivi alle imprese, compreso probabilmente il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali.