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Accordi per l’innovazione: apre a dicembre il secondo sportello

Gli accordi per l’innovazione hanno ricevuto una nuova tranche di risorse, messe a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno degli investimenti in ricerca e sviluppo industriale sul territorio nazionale.

Grazie ad una dotazione finanziaria di ulteriori 500 milioni di euro a valere sul Fondo nazionale complementare al PNRR, è in programma per il mese di dicembre l’apertura di un secondo sportello che permetterà di presentare nuove domande di finanziamento.

Quali progetti comprendono gli accordi per l’innovazione?

Gli accordi per l’innovazione finanziano solo i progetti relativi ad attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale.

Questi devono essere volti alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi, oppure al miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti.

Inoltre, devono basarsi sullo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali (KETs).

Per finire, devono rientrare nell’ambito delle aree di intervento identificate dal secondo Pilastro del Programma quadro di ricerca e innovazione “Orizzonte Europa”, di cui al Regolamento (UE) 2021/695 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 aprile 2021.

In concreto, devono essere relativi a:

  • tecnologie di fabbricazione
  • tecnologie digitali fondamentali, anche quantistiche
  • tecnologie abilitanti emergenti
  • materiali avanzati
  • intelligenza artificiale e robotica
  • industrie circolari
  • industria pulita a basse emissioni di carbonio
  • malattie rare e non trasmissibili
  • impianti industriali nella transizione energetica
  • competitività industriale nel settore dei trasporti
  • mobilità e trasporti puliti, sicuri e accessibili
  • mobilità intelligente
  • stoccaggio dell’energia
  • sistemi alimentari
  • sistemi di bio-innovazione nella bio-economia dell’Unione Europea
  • sistemi di economia circolare

L’appartenenza a queste categorie non è il solo requisito necessario per accedere ai fondi ulteriormente stanziati per gli accordi per l’innovazione.

A chi si rivolgono?

Esistono dei criteri specifici per beneficiare dei fondi messi a disposizione con gli accordi per l’innovazione.

In particolare, sono ammesse le imprese di qualsiasi dimensione, con un minimo di due bilanci approvati.

Queste devono anche svolgere attività industriali, agroindustriali, artigiane o di servizi all’industria (di cui all’articolo 2195 del Codice civile, numeri 1, 3 e 5), oppure attività di ricerca.

Sono ammessi anche progetti presentati congiuntamente da più imprese, fino a un limite massimo di 5 soggetti co-proponenti.

In caso di progetti congiunti, possono richiedere il finanziamento anche gli Organismi di ricerca.

Inoltre, solamente in caso di progetti facenti riferimento alle linee di intervento “Sistemi alimentari”, “Sistemi di bio-innovazione nella bio-economia dell’Unione” e “Sistemi circolari”, possono essere soggetti co-proponenti anche le imprese agricole che esercitano le attività di cui all’articolo 2135 del Codice civile.

Forma e natura del finanziamento concepibile

L’agevolazione prevista negli accordi per l’innovazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 50% per le spese di ricerca industriale e al 25% per quelle destinate allo sviluppo sperimentale.

Nel caso in cui il progetto sia realizzato in forma congiunta mediante una collaborazione effettiva tra almeno un’impresa e uno o più Organismi di ricerca, il Ministero dello Sviluppo Economico riconosce a ciascuno dei soggetti proponenti una maggiorazione.

Questa deve rispettare il limite dell’intensità massima di aiuto stabilita dall’articolo 25, paragrafo 6, del regolamento (UE) 651/2014, e può essere fino al 10% per piccole e medie imprese e Organismi di ricerca, mentre per le grandi imprese la percentuale massima si attesta al 5%.

Anche le Regioni possono cooperare alla ricerca e allo sviluppo industriale nazionale, tramite stanziamenti con un valore minimo pari al 5% delle spese ammissibili.

Le imprese possono, inoltre, richiedere un finanziamento agevolato. Questo deve avere un valore massimo pari al 20% delle spese ammissibili totali.

L’incentivo è erogato alle condizioni e nei limiti stabiliti dal Regolamento generale di esenzione (Regolamento UE 651/2014).

Le spese ammissibili

È possibile ammettere alle agevolazioni le spese relative a:

  • personale tecnico, ricercatori e altro personale ausiliario impiegato nell’attività di R&S, sia con una relazione di dipendenza, sia in un rapporto di collaborazione o di titolarità di assegno di ricerca. Le spese relative al personale dipendente sono ammissibili quando concernenti i cosiddetti “costi standard”, stabiliti dal decreto 24 gennaio 2018;
  • strumenti e attrezzature di nuova fabbricazione, per quote di ammortamento nella misura e per il periodo in cui sono adoperati per il progetto;
  • servizi di consulenza, così come altre tipologie di servizi utilizzati per l’attività oggetto del progetto, compresa l’acquisizione o l’ottenimento in licenza dei risultati di ricerca, dei brevetti e del know-how;
  • spese generali, da calcolare su base forfettaria e pari al 25% dei costi diretti ammissibili;
  • materiali utilizzati per lo svolgimento del progetto, sempre che il titolo di spesa sia superiore ai € 500

Le spese che possono essere ammesse nelle agevolazioni previste dagli accordi per l’innovazione non devono essere inferiori a € 5.000.000, essere state sostenute in seguito alla presentazione della domanda e avere una durata compresa tra i 18 e i 36 mesi.

Termini e modalità di presentazione delle proposte

L’apertura di un secondo sportello è prevista per dicembre 2022.

Le agevolazioni saranno erogate per stati di avanzamento lavori (SAL) per un massimo di 5, più l’ultimo a saldo.

FLAMME INNOVATION ADVISORY si offre come partner nella presentazione della domanda per accedere ai fondi stanziati per gli accordi sull’innovazione. Per ulteriori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo mail innovazione@flamme.it